I vantaggi per le banche nella relazione con un consulente finanziario indipendente

Il consulente finanziario indipendente private e corporate svolge un importante ruolo di affiancamento del cliente nei rapporti con il mondo bancario. In generale il cliente, sia esso titolare di impresa o meno, non ha il tempo di approfondire le proposte e offerte della sua banca perché impegnato nei suoi affari quotidiani. Inoltre, la materia finanziaria è talmente specialistica ed in continua evoluzione che necessita studio, aggiornamento continuo e conoscenze specifiche. Abbiamo notato nel nostro quotidiano che il confronto con un professionista indipendente è gradito nel tempo anche all’intermediario stesso. L’intervento del consulente finanziario indipendente riduce le asimmetrie informative e facilita la comunicazione banca-cliente. Il funzionario bancario spesso apprezza di confrontarsi con interlocutori preparati. Parlare la stessa lingua facilita la comunicazione, apre le porte a ragionamenti più approfonditi e permette di entrare nelle sfumature, nei particolari, al fine di trovare la soluzione migliore per i clienti. Recentemente un funzionario di Banca Intesa ci ha comunicato che non gli era mai capitato di essere informato preventivamente da una azienda delle operazioni straordinarie programmate. Noi  di Veneris abbiamo coordinato nel tempo la comunicazione con le banche affinché fossero consapevoli delle strategie in corso, in maniera da valutare preventivamente gli impatti su rating, affidamenti in essere, possibilità di ottenere nuova finanza. Particolari spesso non considerati dai clienti ma ben chiari ai professionisti finanziari possono aiutare sia la banca, sia l’azienda a mantenere il rapporto su più alti livelli di efficienza e di efficacia. In ambito di consulenza personale il discorso si fa più delicato perché di solito, il consulente finanziario indirizza gli investimenti dei clienti su strumenti più efficienti e quindi meno remunerativi per la banca. Il vantaggio per la banca esiste, e si può tradurre con la maggiore probabilità di fidelizzare i clienti per tempi molto più lunghi. Se la banca offre piattaforme di investimento efficienti, non c’è motivo per il cliente, guidato dal consulente finanziario autonomo, di cambiare intermediario.

Crisi di liquidità in azienda per errata pianificazione finanziaria

A volte una crisi di liquidità in azienda può verificarsi per un banale errore di pianificazione finanziaria dei finanziamenti a medio lungo termine. Un’azienda che produce un buon flusso di cassa può vederselo assorbito dalle rate di mutui, finanziamenti, leasing se la loro durata è breve (3-5 anni per esempio) e i loro importi importanti. Finanziamenti corti possono significare rate molto alte in grado di assorbire la liquidità operativa. Sembra un ragionamento banale ma non lo è. Finanziamenti corti e contrazione del fatturato. Accendere finanziamenti senza ipotizzare degli scenari di contrazione del fatturato può essere molto rischioso anche per aziende virtuose. Alcune volte la scelta di una durata corta dei finanziamenti è dovuta alla possibilità di ottenere delle agevolazioni finanziarie o contributi pubblici erogabili solo per determinate durate. Oppure può essere che le politiche delle banche con cui si lavora prediligano e offrano solo finanziamenti con una certa durata. Da parte dell’impresa può esserci una errata interpretazione dei flussi economici (utile d’esercizio) che non rappresentano i reali flussi finanziari della vita aziendale che illude di poter far fronte a degli importi di rata più alti di quelli veramente sostenibili. Cosa prevenire una crisi di liquidità? Poca liquidità come sappiamo non è un problema solo di tipo operativo. Il non vederla crescere può creare stati di tensione e stress che impediscono di pianificare serenamente le azioni future. Uno shock imprevisto inoltre può con più facilità accentuare la crisi finanziaria. Per prevenire una situazione di questo tipo bisogna progettare e pianificare correttamente le necessità finanziarie (importi), la loro durata, la loro forma tecnica (mutui, finanziamenti o leasing). Prima ancora bisogna comprendere in profondità la capacità dell’azienda di autofinanziarsi, prevedere uno scenario di contrazione del fatturato, redigere un piano finanziario che comprenda i flussi finanziari ordinari in entrata ed uscita nei prossimi anni e i flussi in uscita non ordinari (perdite su crediti, pagamenti di TFR, multe, liquidazione soci… ecc…). Se l’azienda vuole evitare guai, deve prendere in mano le sue sorti finanziarie. La valutazione della banca è di supporto?  Gli intermediari finanziari come le banche non fanno valutazioni preventive, se non sulla sostenibilità per loro dell’operazione. Se l’azienda non ha le competenze interne per progettare le necessità finanziarie è preferibile rivolgersi a professionisti esterni in grado di supportarla in questo compito. Veneris Family Office naturalmente mette a disposizione queste competenze da anni alle aziende. Un presidio finanziario a sostegno delle scelte imprenditoriali…

È possibile acquistare una casa di 1000 metri quadri in centro, senza avere un reddito da lavoro o pensione?

Il titolo di questo racconto è provocatorio, ma rispecchia a tutti gli effetti il caso pratico che abbiamo affrontato tra dicembre 2022 e marzo 2023. Abbiamo assistito una famiglia, composta da mamma e due figli, che voleva realizzare il sogno di acquistare un’abitazione in centro con un grande parco. Per ragioni di privacy, faremo una descrizione generica della soluzione che abbiamo trovato per non ledere la privacy dei nostri clienti. I due fratelli, ancora in età scolare, hanno ricevuto un’importante eredità a seguito della prematura scomparsa del padre. Anche la mamma, seppur non fosse coniugata con il padre dei ragazzi, ha beneficiato e tutt’ora sta percependo un aiuto economico da parte dei nonni essendosi trovata, suo malgrado, nella condizione di dover crescere da sola i figli rimasti orfani. Una volta individuato l’immobile e versata la caparra da parte della mamma, siamo stati contattati per progettare e ricercare una forma di finanziamento a supporto dell’operazione immobiliare. Qui nasce la complessità dell’operazione. Chi finanzierebbe due ragazzini, di cui uno minorenne, in età scolare e privi di reddito e una signora che beneficia esclusivamente di un vitalizio? Se parliamo di un tradizionale mutuo ipotecario o fondiario, l’assenza di una qualsivoglia capacità restitutiva (flussi di reddito) impedisce l’erogazione di un finanziamento di questo tipo. Come siamo riusciti a finanziare l’operazione immobiliare? Attraverso un prestito “Lombard”, cioè un’apertura di credito in conto corrente garantita da un contratto di pegno su valori mobiliari. In termini più semplici, invece di fare un mutuo con un piano di ammortamento, la banca ha messo a disposizione della famiglia una somma consistente, utilizzata per l’acquisto dell’abitazione, garantita dal patrimonio finanziario dei richiedenti.  … Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo… Essendo coinvolto un minore, si rendeva necessario un ricorso presso il giudice tutelare. Di conseguenza abbiamo redatto una relazione tecnica a supporto del ricorso che l’avvocato ha presentato presso il tribunale competente.  Il giudice tutelare ha inaspettatamente respinto il ricorso, seppure il codice civile preveda la possibilità per un minore di poter acquistare un’abitazione. Questo fatto, essendo avvenuto a distanza di poco tempo dal rogito presso il notaio, ha gettato nello sconforto i nostri clienti. C’era il reale pericolo di perdere la (consistente) caparra versata, oltre che rinunciare all’immobile. Grazie al rapporto di fiducia instauratasi tra banca, clienti e consulenti, siamo riusciti a superare questo grave impedimento. Abbiamo trasferito in capo alla mamma la quota di finanziamento originariamente di competenza del…

Come valutare i rischi aziendali per tutelare il business e gli stakeholders

La normativa sulla prevenzione della crisi di impresa incentra la sua attenzione sulla previsione dei flussi finanziari. Una impresa deve dimostrare di riuscire a far fronte ai suoi impegni finanziari nei successivi 12 mesi. E’ tutto qui? No! Noi di Veneris pensiamo che alle aziende non sia richiesto solo un budget dei flussi di cassa ma un lavoro ben più approfondito, ovvero l’individuazione di tutti quei fattori che qualora dovessero manifestarsi potrebbero mettere in crisi anche un ottimo progetto imprenditoriale. In altre parole bisogna individuare i rischi prima che si manifestino. E qui noi, modestamente andiamo a nozze. La nostra forma mentale di consulenti finanziari indipendenti di vecchia data è incentrata in primis sul comprendere i rischi associati ai profitti. Il nostro compito come consulenti finanziari indipendenti è che la navigazione sia sicura e diretta verso l’obiettivo. Nel caso dell’azienda desideriamo che l’imprenditore possa realizzare il suo piano strategico con l’equipaggiamento giusto, in grado di far fronte agli imprevisti che si trovano inevitabilmente sul percorso. Il risk management assume quindi a nostra avviso un’importanza strategica per adeguarsi correttamente alla normativa e aumentare le probabilità di riuscita del progetto imprenditoriale. Ma andando nel concreto, da quali rischi tutelarsi? Quali sono i rischi da cui un’azienda può tutelarsi? Per esempio dal rischio inflazione, di variazione dei tassi di interessi, delle valute, dall’acquisto di strumenti finanziari derivati in grado, in certi condizioni di mercato, di diventare uno tsunami per le aziende. Ci sono poi rischi più ordinari come quello di scorrette coperture assicurative, la perdita dell’uomo chiave, pensionamento di risorse strategiche, rischio di credito… Si possono evitare tutti gli imprevisti? No di certo, ma chi ha contezza dei rischi sul suo cammino consciamente o inconsciamente sta già sviluppando gli anticorpi necessari a farvi fronte. Noi di Veneris aiutiamo le aziende ad avere il sistema immunitario sano e reattivo. Come operiamo concretamente nelle aziende per supportarli nella prevenzione ed individuazione dei rischi? Cominciamo con una analisi che parte dalla valutazione degli equilibri di bilancio e della centrale rischi banca d’Italia (nella quale sono inseriti i rapporti bancari e la loro evoluzione storica). Proseguiamo analizzando in dettaglio i rapporti bancari per individuare se ci sono potenziali elementi di rischio per la continuità aziendale negli strumenti finanziari acquistati. Approfondiamo il sistema delle garanzie offerte dall’azienda o dagli imprenditori al sistema bancario per individuare eventuali sbilanciamenti (sovra garanzie) o eccessivi rischi personali dovuti alle fideiussioni emesse dai…

Investimenti finanziari in azienda e codice sulla crisi di impresa

Con l’introduzione del nuovo codice sulla crisi di impresa assume ancora più rilevanza il controllo degli investimenti finanziari. Può l’acquisto di un semplice BTP di durata decennale creare danni finanziari e quindi potenziali responsabilità per gli amministratori se non adeguatamente pianificato? La risposta è affermativa. Il problema non risiede nella natura del titolo, considerato a basso rischio, ma nella compatibilità del suo funzionamento con le dinamiche aziendali. La nuova norma sulla crisi di impresa impone all’azienda di dotarsi di adeguati assetti in grado di prevenire la crisi finanziaria di impresa. Lo strumento principale individuato dalla norma per prevenire la crisi è il budget dei flussi finanziari a 12 mesi. Supponiamo di aver redatto il budget dei flussi di cassa ma di incorrere in una inaspettata crisi di liquidità nel corso dell’anno. Ci potremmo trovare nella condizione di dover liquidare il BTP per pagare i fornitori. E se il suo valore dopo il 2022 fosse più basso di un 10%? Saremmo costretti a subire una perdita. Lo stesso ragionamento è applicabile ad altri strumenti finanziari come i fondi comuni o a strumenti di risparmio assicurativo come le polizze vita. Il mercato azionario potrebbe aver corretto pesantemente al ribasso e una polizza vita potrebbe vincolare il cliente a mantenere la posizione per un certo periodo di tempo. Cosa succede se si manifesta una improvvisa crisi finanziaria in azienda e la polizza non può essere immediatamente disinvestita? Una azienda sana può andare in crisi per delle semplici scelte finanziarie non ponderate correttamente. Un giudice potrebbe ritenere responsabile il consiglio di amministrazione? Ora più di prima diventa necessario farsi affiancare da un esperto indipendente di pianificazione finanziaria per non incorrere in errori grossolani che possono minare le fondamenta dell’impresa più solida.  

Gli scossoni 2023 al sistema bancario e gli impatti sui risparmi e investimenti

Da inizio 2023 si sono verificati alcuni scossoni al sistema bancario.  Da questo punto di vista, vale la pena soffermarci a valutare cosa è successo per saper prevedere ed evitare situazioni simili che possono avere un impatto anche su risparmi e investimenti. Cosa è successo negli USA qualche settimana fa con il caso Silicon Valley Bank?   Facciamo un passo indietro per capire i contorni della vicenda.  Per custodire il denaro nel conto corrente, diversamente da quanto accade per una cassetta di sicurezza, è la banca che ci offre un compenso (tasso di interesse) per remunerare la nostra liquidità.  La liquidità depositata in c/c è quindi una passività per la banca, ovvero un debito nei confronti del correntista. La banca, una volta raccolto il denaro in c/c, lo può prestare oppure utilizzare per acquistare obbligazioni come i titoli di stato. La Silicon Valley Bank acquistando ingenti quantità di titoli del tesoro americano e obbligazioni a lungo termine si è esposta al rischio, poi concretizzatosi, di dover liquidare in perdita questi investimenti per fronteggiare le pressanti richieste di restituzione del denaro da parte dei correntisti che hanno rischiato di perdere i propri risparmi, se non fosse intervenuta la FED.  Il mondo ha tremato perché tali prassi operativa coinvolge una fetta molto ampia del sistema bancario commerciale americano.  Altro passaggio critico è il rialzo dei tassi di interesse deciso dalla BCE a marzo 2023.  I tassi più alti porteranno a una ritirata della liquidità e alcuni nodi sui mercati finanziari verranno al pettine. Ci sarà sicuramente un aumento delle rate dei mutui a tasso variabile, che potrebbero mettere in difficoltà le famiglie già colpite da un poderoso rialzo dell’inflazione.  In campo assicurativo attualmente una compagnia italiana ha sospeso il riscatto delle polizze vita e si trova in amministrazione straordinaria.  Le banche centrali si trovano di fronte ad un grande dilemma: aumentare ancora i tassi di interesse per frenare l’inflazione o fermarsi perché il rialzo inizia ad essere insostenibile soprattutto per gli stati maggiormente indebitati. Gli analisti si attendono che i tassi possano crescere in Europa ancora di mezzo punto prima di iniziare a scendere dal prossimo autunno. Gli investitori e i risparmiatori non devono ascoltare “il rumore” quotidiano dei mercati, con il susseguirsi incessante di notizie che possono condurre a scelte guidate dall’emotività.  È preferibile prendersi il tempo per ripensare ai propri obbiettivi e comprendere se gli investimenti fatti o consigliati sono funzionali…

Ciclo di Deming – Come opera il pianificatore finanziario

Il servizio di pianificazione patrimoniale di Veneris Family Office rivolto ai privati investitori equivale all’operato di un direttore finanziario o di un responsabile del controllo di gestione in ambito aziendale. L’attività consiste nello studiare le migliori strategie che possano creare valore nel tempo, ma solo dopo aver valutato diverse alternative di allocazione ed aver ponderato adeguatamente il rapporto rischio/rendimento. Infine, periodicamente il pianificatore finanziario verifica l’allineamento dei risultati rispetto agli obiettivi apportando qualora servissero delle correzioni tattiche. Pianificazione, messa in opera, controllo e rettifiche di rotta.  Vi ricorda qualcosa? Si chiama “Ciclo di Deming” o del miglioramento continuo ed è una delle chiavi del successo nelle aziende e come stiamo sperimentando da anni, anche nell’amministrazione dei patrimoni personali. Il problema principale che riscontriamo ogni giorno è che la messa in opera prevale su tutte altre componenti del ciclo. Non ci si ferma mai a pianificare, controllare, rettificare. Quante volte avete portato a termine una dieta specifica e ne avete valutato razionalmente i risultati prima di cambiarla? Per entrare nel concreto, per esempio in ambito di pianificazione e consulenza patrimoniale, operiamo generalmente così: 1 – Definizione degli obiettivi del cliente: previdenziali, accumulo e protezione del capitale, creazione di somme da destinare a figli e al coniuge, all’acquisto di immobili, di aziende, progetti futuri ecc.. 2 – Definizione delle quantità di risorse finanziarie da accumulare e destinare ai singoli obiettivi in base al momento in cui devono essere disponibili (linea del tempo). A questo punto individuiamo insieme al cliente la strategia più adatta a realizzare gli obbiettivi, secondo i tempio prefissati. Una volta definito il percorso di pianificazione, mettiamo in atto il piano e periodicamente svolgiamo un check sul grado di allineamento agli obiettivi prefissati, tenendo conto di eventuali nuove richieste e mutazioni di scenario. Qualora si renda necessario, viene rivista l’impostazione iniziale in ragione delle nuove variabili e aggiustiamo il piano finanziario. Questo lavoro di pianificazione, messa in opera, controllo ed eventuale correzione tattica è un processo naturale di continuo allineamento alle esigenze di vita dei nostri clienti. Questo reciproco scambio e condivisione di informazioni permette al cliente di avere piena consapevolezza delle scelte che riguardano il suo benessere finanziario.

Tre generazioni in azienda, Antonio, Marco e Thomas.

In tante aziende oggi ci sono più di una persona di famiglia, a volte di generazioni diverse. Tutto dovrebbe filare liscio, facendo funzionare gli affari con una logica razionale, analitica, oggettiva. A conti fatti se usiamo principalmente il cervello sinistro tutto dovrebbe andare come deve.  Ma è veramente così?  La risposta che ci siamo dati è che a livello sperimentale, in fase di ricerca e di studio può essere così, ma la realtà è ben diversa, complessa, interpretata soggettivamente attraverso i propri valori, cultura, esperienze.  Ci illudiamo di essere oggettivi nelle nostre valutazioni ma tutti indossiamo degli occhiali personalizzati che ci fanno vedere il mondo… “a modo nostro”.  Quando si approccia un’impresa di famiglia, magari alla terza generazione, dove nonni e genitori hanno un ruolo ancora importante, prendere scelte razionali è davvero complesso. Ognuno vede l’interesse dal suo punto di vista, non necessariamente legato a logiche razionali.  Proviamo con un caso reale a spiegarci meglio.  Siamo in una PMI veneta, fondata negli anni 70′ dal nonno Antonio che ha mantenuto una partecipazione di maggioranza pur non lavorando più in azienda.  L’azienda attualmente è condotta da Marco, il figlio, che detiene una partecipazione importante ma inferiore al 50%. In azienda lavora anche Thomas, figlio di Marco e nipote di Antonio, con una piccola partecipazione.  Probabilmente nei prossimi 5-6 anni il timone passerà a Thomas ma nulla è ancora stato pianificato in termini di partecipazioni da trasferire e soprattutto, Thomas è ancora dipendente dal padre per le decisioni anche meno strategiche.  Di fatto, sia dal punto di vista societario che organizzativo non è mai stato pianificato un vero passaggio generazionale.  I nodi cominciano a venire al pettine quando si rende necessario ed efficiente trovare delle soluzioni societarie per proteggere l’importante patrimonio aziendale.  L’azienda negli anni ha creato ricchezza sia in termini finanziari (alto livello di risorse finanziarie detenute) che immobiliari (nel tempo l’azienda ha acquistato più sedi operative).  Ci sono soluzioni societarie che permettono di valorizzare la ricchezza aziendale non strettamente necessaria allo sviluppo del business.  I tre soci incontrano dei professionisti che presentano diverse soluzioni per mettere in protezione il patrimonio e per avviare un embrione di passaggio generazionale. Dal punto di vista tecnico sembrano non esserci dubbi su quali siano le soluzioni migliori ma si incontrano diversi tipi di difficoltà nell’attuare queste soluzioni, tutte di tipo soggettivo.  Antonio il fondatore, creatore dell’azienda, imprenditore encomiabile non ha coltivato nel tempo la…

Come superare l’inflazione del 2023.

Ad inizio anno, le grandi banche internazionali si esercitano nell’individuare quali saranno gli investimenti più interessanti e redditizi nei successivi 12 mesi. Da un punto di vista finanziario, il 2023 si apre con gli stessi interrogativi presenti alla fine del 2022 e che riguardano l’esito della guerra tra Russia e Ucraina, il prezzo del gas, l’arrivo o meno di una recessione e il conseguente calo dell’inflazione. Il rumore di fondo però ci distoglie dai grandi movimenti ciclici, capaci di incidere significativamente sulla nostra prosperità e libertà futura. Ci sono alcuni aspetti, a prescindere dalle previsioni astrologiche sui mercati finanziari, su cui vale la pena soffermarsi e la prima riflessione è questa: con un tasso di inflazione al 9,2% e un tasso medio di rendimento dei titoli di stato dell’area euro al 2,36% (fonte https://www.ecb.europa.eu/stats/html/index.it.html) ci guadagna il  creditore (cioè il risparmiatore) o il debitore (cioè lo Stato)?  Ci guadagna il debitore/Stato, in quanto le sue entrate (costituite dalle imposte) crescono in proporzione all’aumento dei prezzi e nel contempo le sue uscite (costituite dagli interessi) rimangono fisse, inferiori all’inflazione di quasi 7 punti percentuali. Questo meccanismo sgonfia l’ammontare del debito in modo silenzioso, ma doloroso per chi detiene dei risparmi.  Che fare allora? La prima idea potrebbe essere quella di indebitarsi a tasso fisso e impiegare questo capitale in forme di investimento (esempio immobili) con rendimenti indicizzati all’inflazione. La seconda idea è prendere in esame settori/aree che nel medio lungo termine beneficeranno di un altro cambio di paradigma in atto, quello del progressivo ma affrettato abbandono delle fonti fossili da parte dei paesi occidentali, in particolare quelle di origine russa. Si tratta di una transizione ad alta intensità di materie prime (pensiamo ai minerali che compongono le batterie elettriche per auto) e per sua natura inflazionistica, dovendo acquistare a prezzi più alti ciò che prima era a buon mercato.      

La tutela del patrimonio dei soggetti fragili.

La tutela del patrimonio è un argomento importante, soprattutto se interessa i soggetti più fragili. Esistono persone che per motivi legati all’età o allo stato di salute hanno bisogno di essere assistite per provvedere alle proprie necessità. Si tratta di persone malate o anziane non autosufficienti, minori nati al di fuori del matrimonio per i quali la mamma o il papà svolgono il ruolo di tutore. Sia che la persona venga assistita da un amministratore di sostegno, sia da un tutore, in entrambi i casi è importante che il suo patrimonio sia protetto e conservato nel tempo.  Spesso il compito di tutelare questi soggetti è affidato ad un avvocato nominato dal giudice tutelare, oppure ad un familiare ritenuto meritevole. Trattandosi di un lavoro delicato, ogni atto di disposizione dei beni (titoli, liquidità, immobili) del soggetto assistito deve essere approvato dal giudice tutelare. In questo contesto come può essere di aiuto un servizio di consulenza finanziaria indipendente?  Innanzitutto per avere un supporto tecnico nella predisposizione del ricorso al giudice tutelare e successivamente per gestire il rapporto con la banca nell’interesse del soggetto tutelato.  Esiste un limite alle operazioni che si possono fare?  Certo è definito dall’articolo 372 del codice civile e da ciò che vediamo nel nostro lavoro questo limite non sempre viene rispettato, esponendo il soggetto fragile a rischi non coerenti con la sua situazione. Sulla base della nostra esperienza, il supporto fornito da un professionista senza conflitti di interesse solleva l’avvocato o il tutore da una serie di responsabilità di natura morale ed economica, prima tra tutte il fatto che venga compromessa la sicurezza economica del suo assistito.